Lungi da me il fatto di fare un confronto tra i duemila morti nigeriani e i dodici francesi – Raffaele Masto

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Ci sono tutti gli elementi per credere che le dimensioni drammatiche che riporta la Bbc per il massacro di Baga, nella Nigeria Nord-Orientale siano effettivamente rispondenti alla realtà. E se è così si tratta di una vera e propria carneficina: almeno duemila morti, quasi tutti civili, inseguiti nella boscaglia e uccisi. Altre migliaia fuggiti in Ciad, senza nulla e senza nemmeno assistenza. Tutto ciò è stato compiuto, ancora una volta, da quella famigerata setta Boko Haram che dal 2009 circa terrorizza e tiene a ferro e fuoco lo stato di Borno, di Adamawa e Yobe.

Questo massacro avviene (o meglio, se ne viene a conoscenza) a poche ore dall’incursione armata a Parigi, nella redazione di Charlie Hebdo con il suo tragico seguito: dodici morti e una caccia all’uomo che è ancora in corso.

Lungi da me il fatto di fare un confronto tra i duemila morti nigeriani e i dodici francesi. A Parigi il terrorismo ha colpito il cuore della Francia. E ha colpito un obiettivo simbolo, l’informazione, la libertà di esprimersi. E’ un fatto gravissimo che merita che l’attenzione dell’opinione pubblica vi venga catalizzata e attirata. Non c’è dubbio. Ma ritengo essenziale anche che i riflettori si accendano sulle stragi del terrorismo in regioni remote, non solo quella di queste ore in Nigeria.

Per la verità non è vero che il sistema dell’informazione non si occupi di queste strage ma lo fa con un colpo di abbaglianti: le segnala, le illumina poi si spegne tutto. Servirebbero invece informazioni supplementari, approfondimenti, valutazioni, analisi almeno quante se ne fanno in queste ore per i fatti di Parigi.

Quel terrorismo, se non viene capito, fermato, reso innocuo prima o poi arriverà anche nel cuore dell’Europa e dell’Occidente. E poi se quel fenomeno non verrà compreso continuerà a fare la sua perniciosa opera sui giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive che di solito popolano queste aree remote come la Nigeria, il Corno d’Africa, il Mali e, fuori dal continente, il Pakistan, alcune aree mediorientali. Insomma se non verrà compreso e, attraverso la comprensione, fermato si sarà garantito, per mezzo dei giovani, il futuro.

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